Sursum Corda Logo

Le piccole magie dei Sursum Corda

Le piccole magie dei Sursum Corda

Dicembre 2012: mentre qualcuno preannuncia la fine del mondo, il coro Sursum Corda di Busto Arsizio scommette sul futuro ed esce con il suo quarto cd, il primo a contenere brani scritti, musica e parole, dai coristi stessi. Il titolo del nuovo cd "Piccole magie del dormiveglia" mette in risalto la sorpresa che si prova nel rendersi conto di essere capaci di scrivere brani di questo spessore, pezzi nati per caso e concepiti nelle ore più strane del giorno, alle prime ore del nuovo giorno. Dopo 14 anni di servizio liturgico e animazione, noi, il coro polifonico Sursum Corda sentiamo la necessità di comunicare il nostro "credo", proprio nell'anno della fede, attraverso questi dieci brani pensati per il servizio liturgico e registrati come sempre all'XM Recording studio di Andrea Mazzetto di Busto Arsizio.

I brani sono accompagnati dalla chitarra suonata da Davide Facchini, le percussioni suonate da Elena Bianchi nei brani "Ciao Signore" e "Il mio faro"; le voci prestate al coro da Carlo Crugnola, Elisabetta Corradin e Andrea Mazzetto in alcuni brani. Come sempre copertina e grafica sono curate da Liliana Torretta, Elisabetta Minnella e Carlo Torretta.

Ma veniamo alla presentazione dei brani:

il primo che dà origine al titolo dell'album è l'incontro tra uomo e Dio, in cui l'uomo si lamenta della distanza che Dio mette tra sé e lui senza accorgersi che Dio è sempre stato con lui; "Se m'accompagni", pensato come brano di accoglienza o come brano di conclusione se utilizzato con il secondo ritornello; "Ciao Signore", primo pezzo a livello cronologico, nato come preghiera, brano molto intimo e che emoziona sempre i coristi in ogni esecuzione; il brano natalizio "Un dono per noi" ricco di suoni precede "40 giorni", chiaro riferimento alla quaresima, che contiene le antifone utilizzabili nella liturgia del periodo, dalla prima domenica di quaresima fino a tutta la settimana Santa; "Il mio faro" vuole essere una Salve Regina arricchita dagli archi realizzati da Andrea Mazzetto, che fanno di questo brano un piccolo gioiellino; "Alleluia per noi" secondo brano in ordine di tempo realizzato dall'autrice, pensato come canto al vangelo ma anche come preghiera di ringraziamento. L'ultima strofa è stata scritta proprio per i coristi stessi. Altro brano mariano "Orfani" che ci interroga sulla libertà dell'uomo di accettare o meno la volontà di Dio e come questa risposta influenzi tutto il destino dell'umanità e non solo la vita del singolo; "Santi tuoi" preghiera con cui l'uomo chiede aiuto a Dio per riuscire a seguire la strada giusta e come ultimo brano del cd troviamo "E' la Pasqua del Signore" che esplode nella gioia grazie anche a un effetto sul ritornello pensato e realizzato da Andrea Mazzetto.

Dopo tre cd questo nuovo progetto è la prova del fuoco per noi Sursum Corda perchè il coro ora ha voglia di comunicare sé stesso, il nostro modo di pregare diventa canto e le nostre voci che tante volte e in vari luoghi sono state apprezzate, danno corpo alle nostre preghiere; questi pezzi danno vita a ciò che finora è rimasto racchiuso nei nostri cuori. Ascoltatelo, gustate musica e testi e poi, per chi volesse eseguire e approfondire questi brani c'è la possibilità di richiederne spartiti e testi tramite email alla stessa autrice sandra010368@libero.it oppure contattateci tramite il nostro sito www.xsursumcordax.it.

Com'è consuetudine il ricavato di questo nostro nuovo lavoro servirà ad aiutare alcune parrocchie nella realizzazione delle loro opere, perciò chi volesse averne una copia ci contatti.

Grazie a tutti quelli che hanno reso possibile tutto questo e soprattutto al Signore che ci dato l'ispirazione per poter scrivere questi brani che neanche sapevamo di avere nel cuore; grazie a Elena e papà Carlo che mi aiutano sempre a trascrivere gli spartiti che rendono reali tutti i miei pensieri. Grazie ai coristi che con me continuano a percorrere questa esperienza ed amicizia, condividendo passione e percorso cristiano.

Grazie a tutti i sacerdoti e le comunità che ci accolgono perchè è grazie a questi incontri quotidiani che nasce la voglia di gioire, ringraziare, pregare e annunciare. In questo cd ci siete un po' tutti voi! Buona ricerca!!

Alessandra Torretta

Presidente dell'Associazione Sursum Corda di Busto Arsizio

Busto Arsizio, 12-12-2012


I Sursum Corda a Lourdes

I Sursum Corda a Lourdes

A gennaio di quest’anno abbiamo deciso col coro Sursum Corda di partecipare al pellegrinaggio organizzato dall’Unitalsi. L’abbiamo deciso con largo anticipo per poterci organizzare. Siamo riusciti ad andare in sei ! Un bel risultato per un coretto come il nostro!! Siamo partiti lunedì 30 luglio da Busto Arsizio, viaggiando in treno, e ritornati domenica 5 agosto alle 18.00. Voleva essere un’occasione per cementare la nostra unione umana, spirituale e vocale e credo che per chi sia venuto sia stato davvero così.

E’ venuta Antonietta, la più “esperta” del coro e anche di Lourdes ed è venuta pure la più giovane, Rebecca, di 17 anni appena: un gruppo eterogeneo che si è perfettamente amalgamato in ogni occasione. Malgrado le motivazioni personali diverse che ci hanno spinto ad aderire a questa iniziativa, il pellegrinaggio l’abbiamo vissuto insieme, come un gruppo, come è richiesto a un vero coro. Insieme tra noi e insieme all’Unitalsi, nella stessa camera per condividere ogni momento della giornata.

Il viaggio in treno è stato un po’ rovinato dalla presenza di una persona esterna poco socievole che ci ha un po’ trattenuti nel nostro entusiasmo, ma poi la strada è stata un crescendo. Arrivati a Lourdes abbiamo partecipato alla sera alla messa del pellegrinaggio animata dal gruppo giovani di Cremona. Le funzioni, ci hanno spiegato, erano giù tutte organizzate e programmate e gli animatori già interpellati. Perciò ci siamo messi nella prospettiva di partecipare solo come pellegrini. Ma dal mattino dopo, con la partecipazione alla messa internazionale, dove abbiamo partecipato al super coro internazionale che ha animato la liturgia imparando i brani un’ora prima della celebrazione, abbiamo assaporato la gioia di poter mettere la nostra voce a servizio dei fedeli presenti, in quell’occasione così particolare. Perché rinunciare alla nostra vocazione di servizio liturgico…. Certo, non avremmo potuto scegliere i brani da eseguire, ma dare una mano ad animare le funzioni, quello sì! Don Peppino, assistente spirituale del pellegrinaggio, vista la nostra presenza e voglia di una presenza più attiva, ha interpellato chi aveva in mano l’organizzazione dei singoli momenti e ci ha permesso di dare una mano, fare da sostegno a chi doveva animare… Abbiamo cantato a tutte le funzioni con organisti, chitarristi e musicisti di ogni genere, collaborato con sacerdoti, frati, seminaristi, unito le nostre voci a coristi di ogni Paese del mondo e ogni regione d’Italia, uno spettacolo per noi che amiamo lasciarci immergere nelle voci e nella musica.

E poi finalmente, don Peppino ha lottato tanto per farcela avere, la nostra messa alla grotta e il nostro Rosario, momenti animati da noi in cui abbiamo coinvolto i nostri amici che abbiamo conosciuto a Lourdes in questi giorni. E infine la messa sul treno, costruita e animata da noi, molto particolare perché vissuta senza vedere l’altare e i sacerdoti, fatta solo di voci……

Speriamo, con la nostra partecipazione, di aver aiutato la gente presente a pregare con più intensità, con più partecipazione, solleticando quella parte di cuore che a volte si lascia inerte per non soffrire o non commuoversi…. Abbiamo aiutato Rosanna ad animare la festa al Salus con gli ammalati, coinvolgendo i presenti in scatenati balli e canti mimati di ogni genere.

Abbiamo smesso di cantare soltanto quando siamo scesi dal pullman che ci riportava a Busto Arsizio. Nella valigia del ritorno tanti amici e motivi nuovi per ringraziare il Signore che ci ha permesso di fare questa esperienza e ci ha dato la possibilità di esprimerci in tutta la nostra potenzialità. Sicuramente il nostro cuore è tornato arricchito e gratificato per essere riusciti a fare qualcosa che ricorderemo per sempre; di questo arricchimento individuale ne godrà anche il nostro canto perché la voce è portatrice di emozioni e sentimenti verso l’esterno, verso l’umanità a cui vogliamo comunicare tutta la gioia che proviamo lodando Dio.

Sandra

Da Busto Arsizio (Lombardia) I Sursum Corda

Busto Arsizio, 08-08-2012


Io a Lourdes perche'...

Io a Lourdes perche'...

Quest’anno ho scelto di trascorrere le mie vacanze con il mio coro, partecipando a un pellegrinaggio a Lourdes, unendoci all’associazione Unitalsi, che si occupa di accompagnare i malati ai luoghi sacri. Da tempo questa associazione ci chiedeva di viaggiare con loro ma solo ora i tempi erano maturi. Viste le richieste degli anni scorsi avanzate dai coristi, mi aspettavo una più massiccia partecipazione, ma l’importante è che chi aderisce sappia che quella non è una meta di vacanza, ma un luogo di fede. Sono stata assalita da tante paure prima di partire, perché l’armonia del gruppo in queste esperienze è fondamentale e non sapevo se i partecipanti sarebbero stati all’altezza della situazione. Per me era la seconda esperienza a Lourdes, ma per la maggioranza era la prima. Ma, come siamo partiti, le mie paure hanno lasciato il posto alla voglia di vivere questo pellegrinaggio senza limiti mentali e di preoccupazioni stupide. La mia anima di trascinatrice ci ha messo poco, tipo due minuti, a prevalere su quella ansiosa e la festa è iniziata sia per me che per quelli chi mi hanno accompagnato e avvicinato durante questo viaggio. E’ strabiliante come basti davvero poco, un’occhiata, con certe persone che vivono le stesse esperienza, per ritrovarsi d’accordo e sulla stessa linea. Tutti coloro, sacerdoti, organizzatori e volontari, che avevano qualcosa da proporre e realizzare hanno trovato in me, e conseguentemente in noi, terreno fertile. E i frutti sono apparsi subito.

Quando fai queste esperienze devi aver chiaro una cosa: cosa stai cercando oggi? Ci ho messo un po’ a capirlo, ma in questo viaggio cercavo serenità per me e la certezza di essere rimasta la stessa persona di sempre, senza freni e remore quando si tratta di comunicare la fede e la gioia e l’entusiasmo che da lì proviene. A volte mi sento oppressa dalle situazioni che vivo e dalle persone con cui le vivo! Avevo bisogno di apertura, di spazio, ma anche di gratificazione perché a volte si ha paura che i ringraziamenti siano un’abitudine e i commenti positivi una necessità del momento. Non ho perso mai un’occasione in questi giorni per darmi da fare, per animare, per intervenire, per ingegnarmi, per coinvolgere, per trascinare, per riappacificare: il tutto con molta naturalezza… Ho scatenato il mio vero spirito che a volte devo sopire per mancanza di energia o occasioni. Con grande soddisfazione ho visto che tutti hanno apprezzato questa estrema disponibilità fatta di servizio e non di protagonismo; ho visto l’entusiasmo della più giovane tra noi che ha appreso da noi coristi l’entusiasmo di darsi da fare gratuitamente e con grande spirito di iniziativa!

Sì, nel cuore c’è tanta gioia e senso di appagamento personale oltre che di gruppo, per tutto ciò che sono riuscita a fare a Lourdes, per le amicizie “ricercate” che mi sono portata a casa, soprattutto di sacerdoti con cui abbiamo collaborato in questo pellegrinaggio e collaboreremo nel prossimo futuro.

Tornando, però, mi sono sentita un po’ colpevole: doveva essere un pellegrinaggio fatto con gli ammalati e il nostro servizio essere rivolto a loro. Ma in fondo il nostro servizio lo è stato: i fedeli presenti erano anche gli ammalati, i pellegrini e gli stessi volontari che a Lourdes servono ma non trovano spesso chi si occupi di loro. Noi abbiamo fatto servizio liturgico. Non avremo spinto carrozzine e imboccato ammalati, ma abbiamo permesso a loro, e non solo a loro, di vivere più intensamente i momenti forti del pellegrinaggio. In questo caso mi sento un po’ come Maria e meno come Marta: comunque abbiamo servito il Signore!!! Poi, riflettendo, sono arrivata alla conclusione che l'ammalato non è soltanto colui che ha bisogno di essere portato alle funzione, ma è chiunque abbia qualche ferita nel corpo e anche nell'anima. Non possiamo decidere noi chi sono gli ammalati... Tutti quelli che hanno partecipato al pellegrinaggio sono ammalati, alla ricerca di qualcosa che li faccia stare meglio. Anch'io ci sono andata per cercare una cura per la mia anima.... L'importante è avere fiducia nel Medico!!! E allora: auguri di buona guarigione a tutti!!

Sandra

Busto Arsizio, 11-08-2012


Luca - Capitolo 15

Luca - Capitolo 15

Il figlio perduto e il figlio fedele: "il figlio prodigo"

[11]Disse ancora: «Un uomo aveva due figli. [12]Il più giovane disse al padre: Padre, dammi la parte del patrimonio che mi spetta. E il padre divise tra loro le sostanze. [13]Dopo non molti giorni, il figlio più giovane, raccolte le sue cose, partì per un paese lontano e là sperperò le sue sostanze vivendo da dissoluto. [14]Quando ebbe speso tutto, in quel paese venne una grande carestia ed egli cominciò a trovarsi nel bisogno. [15]Allora andò e si mise a servizio di uno degli abitanti di quella regione, che lo mandò nei campi a pascolare i porci. [16]Avrebbe voluto saziarsi con le carrube che mangiavano i porci; ma nessuno gliene dava. [17]Allora rientrò in se stesso e disse: Quanti salariati in casa di mio padre hanno pane in abbondanza e io qui muoio di fame! [18]Mi leverò e andrò da mio padre e gli dirò: Padre, ho peccato contro il Cielo e contro di te; [19]non sono più degno di esser chiamato tuo figlio. Trattami come uno dei tuoi garzoni. [20]Partì e si incamminò verso suo padre.

Quando era ancora lontano il padre lo vide e commosso gli corse incontro, gli si gettò al collo e lo baciò. [21]Il figlio gli disse: Padre, ho peccato contro il Cielo e contro di te; non sono più degno di esser chiamato tuo figlio. [22]Ma il padre disse ai servi: Presto, portate qui il vestito più bello e rivestitelo, mettetegli l'anello al dito e i calzari ai piedi. [23]Portate il vitello grasso, ammazzatelo, mangiamo e facciamo festa, [24]perché questo mio figlio era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato. E cominciarono a far festa. [25]Il figlio maggiore si trovava nei campi. Al ritorno, quando fu vicino a casa, udì la musica e le danze; [26]chiamò un servo e gli domandò che cosa fosse tutto ciò. [27]Il servo gli rispose: E' tornato tuo fratello e il padre ha fatto ammazzare il vitello grasso, perché lo ha riavuto sano e salvo. [28]Egli si arrabbiò, e non voleva entrare. Il padre allora uscì a pregarlo. [29]Ma lui rispose a suo padre: Ecco, io ti servo da tanti anni e non ho mai trasgredito un tuo comando, e tu non mi hai dato mai un capretto per far festa con i miei amici. [30]Ma ora che questo tuo figlio che ha divorato i tuoi averi con le prostitute è tornato, per lui hai ammazzato il vitello grasso. [31]Gli rispose il padre: Figlio, tu sei sempre con me e tutto ciò che è mio è tuo; [32]ma bisognava far festa e rallegrarsi, perché questo tuo fratello era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato».


PERDONO

Ero lì sui gradini della chiesa, o Signor
Era tanto che attendevo quel momento con Te.
Non lo so se ero triste o felice, o Signor
So soltanto che ero pronto ad incontrarTi.
Ed invece quella paura mi prese
E mi fece cambiare di nuovo direzione.

Signore mi hai chiamato a rapporto da Te
Ed io non sono pronto ad incontrarti.
Mi vergogno di raccontare i miei errori, Signor
Anche se Tu già li conosci tutti.
Ma perché penso sempre che sia inutile
Continuo a dirmi che io non sbaglio mai…

Perdono, perdonami Signore se non son degno di Te, se scappo di Te.
Aiutami a riconoscere il male che c’è dentro di me, che non esce da me
Che non cambio mai….perchè?

Sì, è vero, io non so pregare
Non ho tempo per te, invento mille scuse per me.
Però così fanno tutti
e questo per me è un buon alibi sai
Ma adesso voglio proprio cambiare
Voglio amare di più, imparare a pregare.

Vorrei tanto Signore trovare il coraggio
Di salire i gradini e di entrare da Te.
Ma ancora non vedi i miei errori davanti
Mi sento sempre nel giusto, perfetto e sicuro di me.
I preti non son altro che barriere per me
Che vorrei parlare solo con Te. Rit

E così affronto quei gradini
e vengo da Te, per cercare perdono
Però non so essere me stesso
Davanti a quell’uomo che rappresenta Te
Signore insegnami a vederTi
Dentro a quello’uomo che vive di Te e per Te. Rit 1

+ rit 2: Perdono, perdonami Signore, so che mi amerai, che non mi lascerai.
Aiutami a trovare la forza che mi porterà a incontrarTi là
E a confessarmi io, proprio io, da Te…..e cambierò.

Perché cantiamo in caserma???

Perché cantiamo in caserma???

Non ho mai saputo dire di “No” ad alcuno ed anche l’avventura in caserma è iniziata a causa di questo mio difetto!! Dopo una messa cantata all’ospedale di Busto Arsizio, dove andiamo ad animare dal ’97 le liturgie solenni, sono stata avvicinata da una persona, che si è presentato come Marco, e ci ha chiesto se potevano venire a cantare per l’International day, in caserma.

Io, che sono un pozzo senza fondo di ignoranza, non sapevo cosa fosse l’International Day e come fosse fatta una caserma, ma l’entusiasmo che da sempre accompagna i Sursum corda, mi ha permesso di dire subito: “Ci saremo senz’altro!”.

Pensavo dovessimo fare un’esibizione durante quella giornata, ma fortunatamente c’era “solo” da animare la messa che sarebbe stata celebrata alla fine dell’International Day. Lo so, siamo un coro anomalo, ma siamo più a nostro agio quando accompagniamo una liturgia che quando si tratta di fare spettacolo fine a se stesso. Grazie a quella occasione ho conosciuto don Marco e colmato in parte la mia ignoranza sulla realtà delle Caserme. Non sapevo nemmeno che esistessero i cappellani militari né che i militari avessero il privilegio di avere una presenza stabile di un prete sia in patria che in missione all’estero; ignoravo persino che ci fosse una chiesetta all’interno del recinto “invalicabile” e che i militare fossero considerati una comunità! Pensavo fosse solo un comunissimo ambiente di lavoro, come tanti altri!

Grazie a questo incontro con don Marco e la sua comunità ho incontrato persone che fanno un lavoro che richiede una vocazione, conosciuto famiglie a cui è richiesto uno sforzo eccezionale per riuscire a rimanere tali, costrette a spostarsi e a trasferirsi, incontrato persone che vivono situazione a noi sconosciute. Grazie alla nostra condizione di coro “nomade”, come ci ha descritti il mio parroco di Sant’Anna, e visto l’entusiasmo coinvolgente con il quale ci ha accolto il cappellano, don Marco, con un sacco di proposte tutte da rendere operative a breve, abbiamo dato la nostra disponibilità a questa comunità per aiutare don Marco a rendere più partecipate le messe della domenica, avviando il progetto mensile della Domenica della Famiglia, con l’obiettivo di coinvolgere le famiglie nella vita comunitaria della caserma. Vi assicuro che prestiamo il nostro servizio in molte parrocchie, avviciniamo molte associazioni e moltissime persone,ma non c’è mai una realtà uguale ad un’altra e non c’è mai un sacerdote con le stesse richieste di un altro.

Ma noi non andiamo nelle varie realtà portando la nostra proposta sotto il braccio: arriviamo in punta di piedi e ci mettiamo al servizio di chi ci ha invitati a collaborare, adattando le nostre capacità e la nostra esperienza alle varie esigenze. Siamo noi ad adattarci a ciò che ci viene richiesto senza mancare mai però di proporre iniziative. L’importante è portare comunque se stessi ad ogni comunità e il nostro esserci è: portare entusiasmo ed essere trascinatori in ogni dove in quanto testimoni di Cristo.

Ovunque andiamo le porte si spalancano perché per noi ogni persona incontrata, ogni realtà in cui ci caliamo, è fonte di arricchimento e il canto diventa “solo” un mezzo per portare Cristo e per avvicinare alla preghiera comunitaria. Ci sentiamo un po’ dei missionari, senza grandi pretese, con un grande senso dell’impegno e dell’amicizia in Cristo.


“Perché veniamo in caserma a cantare??”

E’ una domanda che ci facciamo spesso, soprattutto alla porta, quando ci si presentano ogni volta delle difficoltà diverse per entrare. Ma questi vari problemi ci aiutano a capire il vero valore che diamo al nostro servizio. Se non lo facessimo per un vero Amico avremmo già lasciato perdere alla prima difficoltà. Ma lo facciamo per un Amico, il Signore, e per aiutare un altro amico, don Marco, a fare arrivare il messaggio cristiano alla sua comunità, a farla crescere, a insegnarle la strada. Non sapete quale regalo sia per voi avere un amico sacerdote nell’ambiente di lavoro!! E vi hanno costruito pure una cappella!! Non vi nascondo che noi vi invidiamo un po’: nella vostra cappella sembra di stare in un monastero: non c’è un raccoglimento simile nelle nostre chiese cittadine!!! Ma è proprio vero: chi ha il pane non ha i denti, e chi ha i denti….deve andare dal dentista…a farseli togliere!!! Ehm, non era proprio così il detto….

Il nostro servizio in caserma come altrove, ha senso solo quando vi aiutiamo a partecipare meglio alla liturgia, quando vediamo che la comunità cresce in numero e in qualità; quando cantate con noi e non rimanete solo ascoltatori; quando ci salutate e ricercate anche al di fuori della caserma perché vuol dire che ci avete riconosciuti come Amici.

Non sapete quanto sia triste e desolante non riuscire a farsi apprezzare nella propria parrocchia, non avere la possibilità di comunicare chi siete e il vostro entusiasmo cristiano alle persone con cui vivete. Voi, come tutte le comunità e gli amici sacerdoti e religiosi, che avviciniamo, date un senso al nostro canto, alla nostra amicizia, al nostro servizio. Per questo ogni volta Vi ringraziamo!!

Alessandra Torretta (Presidente Sursum Corda)

Busto Arsizio, 15-04-2010


Musica e canto: Ascolto e preghiera


Musica e canto: Ascolto e preghiera

Avete mai ascoltato un brano di musica ad occhi chiusi? No, non la musica leggera, non i brani con i testi impegnati…Parlo di musica fatta di soli strumenti, anche strumenti in un assolo, senza parole.

Fatelo! Ascoltatelo! Da un brano orchestrale di musica classica ad un assolo di percussioni…Non guardate però il musicista: chi suona sta comunicando certamente anche con il corpo, ma principalmente cerca di farlo con il suono, con la voce del suo strumento e vi sta parlando, vi sta trasportando in un’altra dimensione. Ascoltandolo vi ritroverete in una dimensione che però sarete voi a scegliere, ad immaginare perché la vostra mente verrà ispirata da quello che sta ascoltando e lo farà proprio. Ognuno di noi, come in tanti Paesi del mondo già succede, dovrebbe avere la fortuna di saper suonare uno strumento musicale. Attraverso qualsiasi strumento si possono comunicare stati d’animo, pensieri e sentimenti che a parole è difficile fare. Suonare, come cantare, è veramente liberante. Così come tutte le arti, anche la musica ci permette di esprimere cosa abbiamo nel profondo e a chi ci ascolta di entrare nel nostro mondo.

Il canto è l’utilizzo dello strumento “voce” attraverso il quale partecipare alla musica strumentale. Nei canti polifonici le parole perdono il loro senso per diventare unicamente suono. Il testo si apprezza solo conoscendolo, leggendolo o cantandolo, ma l’importante nell’esecuzione è l’armonia che il suono della propria voce crea con le altre voci. In questo i brani a cappella, eseguiti senza accompagnamento musicale, sono i più esemplari. Se voi saprete ascoltare, la musica vi permetterà di entrare in una dimensione tutta particolare e la vera musica ispirata vi farà arrivare a contatto col Divino perché è là che l’arte cristiana vuole portare l’Uomo, ascoltatore o esecutore che sia. Ascoltate un bel brano di Palestrina come Sicut Cervus oppure Super Flumina Babilonia e vi perderete in questo bosco musicale con tante piccole radure e vi sentirete sollevare a allontanarvi da questa dimensione terrena. Non riuscirete più nemmeno a distinguere le voci, perché esse diventeranno solo suoni che faranno crescere in voi immagini e sensazioni grazie anche alla bravura di chi sta cantando che, non riuscendo a far arrivare nitidamente le parole che pronuncia, tradurrà il significato di esse in sentimento grazie all’intenzione con cui canta. Se gli elementi di un coro avranno la stessa intenzione nel cantare, il messaggio arriverà chiaro e forte all’ascoltatore. Non è importante la quantità dei coristi, ma, come in ogni gruppo o squadra, l’importante è il motivo del canto.

L’ascolto della musica è importante. Ognuno di noi quando canta comunica, come ogni suonatore col suo strumento. C’è l’emozione dell’ascolto ma c’è anche l’emozione del canto. Sono sensazioni completamente diverse. Ogni tanto mentre suono o dirigo chiudo gli occhi cercando di mettermi dalla parte dell’ascoltatore, per cercare di capire cosa passa attraverso le nostre voci, per vedere se il messaggio che vorrei lanciare arriva a chi ci sta ascoltando.

Sono ancora troppo pochi in Italia i coristi, specialmente non professionisti, che vanno ad ascoltare concerti di altri cori. Perché? Perché pensiamo che il brano che ascoltiamo da altri lo facciamo bene soltanto noi?? Perché ci manca sempre l’umiltà e la curiosità di conoscere e di ascoltare come altri sentono i brani che siamo abituati ad eseguire? Non accettiamo le diversità! Ascoltare non è solo sentire se si sbaglia! E’ apertura al diverso! Accettando anche l’errore senza lasciarcene infastidire…. Non si può cantare, non si può fare musica senza prima aver imparato ad ascoltare! Aprite le orecchie, aprite il cuore e la mente e per farlo meglio, chiudete gli occhi.

Ma il canto non deve rimanere solo ascolto. Il canto è partecipazione e il canto liturgico è partecipazione attiva alla liturgia. Diventa preghiera corale. Non c’è cosa più bella per un coro come il nostro, coro liturgico, che fa servizio in varie parrocchie, che sentire la gente che si unisce al nostro canto, alle nostri voci! Solo quando l’assemblea canta, solo allora la nostra presenza ha un senso. Quando mi giro verso l’assemblea e sento il popolo che canta con noi non smetterei mai di suonare per rendere eterno quel momento. Cantare insieme è come camminare insieme, come se tutti avessimo visto la “meta” e ci accompagnassimo con entusiasmo verso di essa.

Si, lo so, quando il canto è bello si rimane incantati, ma poi si deve anche avere il coraggio e l’entusiasmo di entrare a far parte di questi bei momenti, diventare testimoni attivi, come il cristiano è: attivo e pieno di entusiasmo. Impariamo a pregare cantando. Ma per farlo dobbiamo per prima cosa aver letto e interiorizzato il testo del brano che cantiamo altrimenti diventerebbe una preghiera arida, fatta senza cuore. Fai tuo il testo come se l’avessi scritto tu: solo così ti emozionerai cantandolo, altrimenti saresti un musicista che suona delle semplici note e non una melodia con un suo significato, un canto senza un’intenzione profonda. Renditi strumento di quello che canti, emozionati mentre canti; io piango spesso mentre canto e un po’ me ne vergogno. Però mi accorgo che anche ai miei coristi si rompe la voce per l’emozione, perciò vuol dire che a chi ascolta arriva un canto carico di emozioni e a cui non si può restare indifferenti.

Dio si serve di noi, delle nostre voci, delle nostre chitarre (si, anche loro cantano e non soltanto suonano) per arrivare a chi ci ascolta. E chi ci ascolta ed è credente se ne accorge. Questa è la nostra caratteristica ed è quello che trasmettiamo con la nostra musica e il nostro canto. Spero che si senta!!!

Alessandra Torretta (Presidente Sursum Corda)

Busto Arsizio, 15-04-2010


Se guardo ……Senza frontiere…..il cuore salirà sempre più in alto


Se guardo ……Senza frontiere…..il cuore salirà sempre più in alto

Ragazzi: i Sursum Corda sono tornati!! Ce l’abbiamo fatta un’altra volta!! Dopo il primo cd di due anni fa, Mt 18,20, il coro Sursum Corda ha scelto di realizzare un nuovo cd di canti liturgici che più rappresentano lo spirito che anima i coristi, brani che consentono a questo coro nato nel 1997 da un gruppo di amici e ora diventato un’associazione senza scopo di lucro, fatta di persone provenienti da comuni diversi, come Busto Arsizio, Gorla Minore, Olgiate Olona, Cardano al Campo, Cassano Magnano, Rescaldina e Besnate, di comunicare l’entusiasmo, la gioia e il divertimento del loro stare insieme, cantando e pregando. In questo cd, intitolato “Se guardo….senza frontiere….” il coro è accompagnato nell’esecuzione dei brani da strumenti quali la chitarra, suonata da Paolo dal Broi, e il basso, suonato dal prezioso Cisco; in un solo brano, invece, le voci si muovono seguendo il ritmo delle percussioni suonate da Jack.

Ovviamente, nello spirito dell’Associazione Sursum Corda, non avremmo accettato di realizzare un progetto senza una forte motivazione e una finalità per cui valesse la pena spendere tempo, energia, fatica e contanti: l’Unitalsi di Busto Arsizio, nella persona del Presidente sig. Bossi Alberto, ci ha chiesto una mano per realizzare alcuni progetti che avvicineranno ancora di più la loro associazione ai bisogni degli ammalati.

Una volta stabilito l’obbiettivo, il progetto si è messo in moto e, grazie sempre alla disponibilità di don Franco e della Parrocchia dei SS Apostoli, del lavoro e la competenza di Andrea Mazzetto presso il cui studio è stato realizzato anche questo secondo cd (XM Recording Studio di Via del Chisso 16Q a Busto Arsizio), della pazienza infinita di coristi e musicisti, siamo arrivati oggi ad aver in mano questo nostro nuovo lavoro.

Cosa rimane in noi coristi di questa esperienza? Ancora una volta ci siamo messi in gioco. E’ stata una sfida accompagnata da una serie di sensazioni, di sentimenti: dalla paura di non riuscire ad arrivare al traguardo, di non riuscire a far trasparire da questo lavoro il nostro cuore, all’entusiasmo che ci ha pervaso nell’attimo esatto in cui la consapevolezza di essere riusciti a fare qualcosa che per molti è e rimarrà solo un sogno si è impadronita delle nostre coscienze, dalla difficoltà di sacrificare tempo ed energia per mesi e mesi di prove, all’esaltazione dell’essere riusciti a comunicare in quel microfono tutta la nostra gioia.

Il momento più bello in assoluto: il giorno della foto da mettere sul libretto di presentazione del nuovo cd. E’ stato un bel momento di comunione e di convivenza, breve ma intenso, pieno di adrenalina. Sembravamo dei ragazzini in colonia nel week end della visita parenti. Eccitatissimi di incontrare gli amici della vacanza e potergli far conoscere il resto della famiglia. E’ stato meraviglioso. Grazie a tutti quelli intervenuti.

Ma la nuova sfida è solo all’inizio: il vero risultato sarà riuscire, attraverso la distribuzione di questo nostro piccolo miracolo, ad aiutare la sottosezione dell’Unitalsi di Busto Arsizio, che comprende anche i comuni limitrofi, a realizzare i loro progetti per gli ammalati, miracolo molto più grande ed importante.

Intanto, come presidente dell’Associazione Sursum Corda, approfitto di questo spazio per ringraziare tutti i coristi che nell’ultimo anno si sono dati da fare per realizzare tutto questo, ai nuovi arrivi che si sono lasciati coinvolgere dal nostro entusiasmo; Andrea Mazzetto che con infinita pazienza ha lavorato con me in studio quasi quotidianamente per mesi; ai musicisti che hanno collaborato con noi, da Paolo a Cisco e a Jack; tutti i sacerdoti che in questi anni ci hanno apprezzato e spinto a migliorarci, da don Peppino, a don Giacomo, don Marco, don Abramo, e soprattutto don Franco che dobbiamo ringraziare per l’infinita disponibilità; tutti i nostri amici che collaborano con noi in occasione di matrimoni, messe eccezionali ed avvenimenti vari, che ci permettono di aprire i nostri cuori e le nostre menti.

Invitiamo tutti i lettori a venire sul nostro sito www.xsursumcordax.it, scegliere una data nella nostra agenda per venirci ad ascoltare e, se li abbiamo convinti con il nostro spirito, la nostra voglia di comunicare, la gioia di pregare e di ringraziare, prendere un cd e contribuire al nostro nuovo obbiettivo. Vi Aspettiamo!!!

Buon ascolto,

Alessandra Torretta (Presidente Sursum Corda)

Busto Arsizio, 14-11-20080


In alto i cuori .......e la musica!!!!!!!


IN ALTO I CUORI ………E LA MUSICA!!!!!!!

“Avete mai pensato di registrarvi?”.

Quanti artisti vorrebbero sentirsi rivolgere questa domanda?

Quanto è importante per ognuno di noi trovare qualcuno che ti trova speciale, che vede in te qualcosa che nemmeno tu vedi, qualcuno che crede in te senza che tu glielo chiedi? A noi è successo!!! E nemmeno avremmo mai pensato che succedesse.

Tutta quest’avventura ha preso il via grazie a questa semplice domanda, fatta da una persona a noi sconosciuta, presente casualmente ad una celebrazione liturgica presso la cappella dell’ospedale di Busto Arsizio, dove certo nessuno avrebbe mai in mente di cantare per colpire qualcuno, non in quel senso, almeno.

Sembrava un gioco, un’avventura iniziata per scherzo e per sfida nostra, noi che abbiamo sempre cantato per sentirci bene e per comunicare serenità ed emozioni, per aiutare a vivere quei momenti solenni e intensi durante celebrazioni liturgiche o momenti d’animazione oratoriana.

Invece da lì è partito un percorso che ci ha permesso di recuperare tutto quello che avevamo già vissuto nelle nostre vite ma che non avevamo fatto in tempo ad analizzare, a rileggere con lucidità e curiosità.

Chi siamo?- ci siamo chiesti, - perché siamo qui e perché cantiamo? Cosa ha fatto nascere tutta questa passione e come mai dopo tanti anni cantiamo ancora insieme? Cosa ci lega? Perché siamo riusciti a coinvolgere tante persone nella nostra attività senza pretese e diventare amici di tanta gente?

Prima abbiamo recuperato il nostro passato e poi cercato un nome per iniziare un progetto insieme che si adattasse a quello che siamo e che vogliamo comunicare.

Abbiamo dovuto metterci a tavolino e guardaci negli occhi, con carta e penna alla mano e ricordi ormai sopiti da risvegliare per scrivere il nostro percorso.

Anche se non con questo nome, ma riconoscendone gli scopi e l’identità già matura, abbiamo stabilito la data di nascita del nostro coro, denominato oggi “Sursum Corda”, nel 1997 quando il nocciolo duro di questo gruppo ha colto l’invito della famiglia Malizia di Busto Arsizio di animare la liturgia eucaristica a suffragio del figlio Jonathan, presso la cappella dell’ospedale di Busto Arsizio, luogo che ci vede muovere i primi passi e a cui rimaniamo tutt’oggi affezionati grazie a Don Abramo prima e a Don Peppino adesso. Allora eravamo solo una dozzina di amici, oratoriani del villaggio Sant’Anna di Busto, ma in quel momento abbiamo dato vita a quello che oggi è diventato il coro polifonico “Sursum Corda”, cresciuto nella qualità delle esecuzioni e nel numero degli elementi (una ventina provenienti da Busto Arsizio e comuni limitrofi).

Dalle prime esecuzioni ad oggi è rimasto inalterato nel tempo lo spirito corale che si manifesta nella gioia del canto. Nostri punti fissi sono stati in questi anni la voglia di comunicare gioia di cantare e di vivere, di vivere momenti tristi intensamente per poi esplodere nel ringraziamento a chi ci ha dato queste meravigliose doti e ci ha concesso di vivere tutte le cose che ci sono accadute da quando siamo in questo mondo, che ci ha fatto incontrare, che ci ha dato la forza di metterci in gioco, di tentare, di non aver paura di fare anche figuracce, che siamo bravissimi a sdrammatizzare come facciamo con i momenti tristi e bui che comunque ognuno di noi si porta dentro ma che abbiamo superato spesso comunicandoceli.

Poi ci siamo messi a disposizione di altri che ci richiedevano la nostra disponibilità anche in occasioni esterne all’ambiente ospedaliero. Dal 2000 il coro è presente presso il Centro Polifunzionale di Via Tasso a Busto Arsizio in coincidenza delle feste di Natale e Pasqua; Inoltre collabora, ogni qualvolta venga richiesto, con varie associazioni umanitarie: CAV (Centro Aiuto alla Vita), UNITALSI, Gruppo di preghiera di Padre Pio e PGS (Polisportive Giovanili Salesiane).

Al coro è stato inoltre più volte richiesto di allietare i matrimoni di amici e conoscenti. Il repertorio spazia dai canti a cappella del 1500 ai pezzi liturgici contemporanei. L’esecuzione dei brani viene accompagnata, a seconda delle esigenze, da organo o chitarre. Le chitarre, ben cinque, sono suonate dagli stessi coristi, mentre Marco Gussoni, che ci conosce da sempre ed ha in comune con noi il nostro “sentire la musica” e il “senso di Dio”, ci accompagna con l’organo nei pezzi più classici e impegnativi. Anche Lui è stato coinvolto in questo progetto ed è stato come al solito una solida colonna, una certezza per tutti.

Tutto bene, tutto tranquillo fino a quell’ottobre di due anni fa. Avevo bisogno un fotografo; mi guardo intorno e vedo un ragazzo che non è ancora uscito di chiesa e lo “blindo”. Lui fa un click e mi pone quella domanda. Sembrava uno scherzo. Una frase detta da uno che ha apprezzato i canti ma che probabilmente non rivedrai più. Invece era Andrea Mazzetto e stava mettendo in piedi uno studio di registrazione!! Ci siamo scambiati i numeri di telefono e la promessa che avremmo registrato qualcosa. Sono passati due anni poi il progetto poteva diventare realtà e seguendo le indicazioni di Andrea abbiamo reso palese quello che già c’era. Abbiamo dato un nome e uno statuto al nostro stare insieme, uno scopo a questo nostro Cd che abbiamo realizzato allo studio XM RECORDING STUDIO di Busto Arsizio.

“Sursum Corda” , in alto i cuori, è un passo del Prefazio ma ci è piaciuto perché le nostre esecuzioni sono intense e i pezzi cantati sempre col cuore per cercare di elevarci ed arrivare a Lui. Bella anche la sonorità delle parole, latine per indicare che nel nostro repertorio si parla anche quella lingua, fluenti e ritmiche per dare movimento alle parole scritte e parlate. Il titolo del Cd “Mt 18,20” richiama un versetto di Matteo del capitolo 18 che Don Franco, parroco dei SS.Apostoli di Busto Arsizio, ha commentato durante una delle celebrazioni eucaristiche presso il Polifunzionale di Via Tasso animate dal nostro coro e che ci ha toccato profondamente, citazione ispirata dalla nostra presenza.

Abbiamo costituito questa associazione nel 2005 e ci siamo buttati a capofitto nella realizzazione di un Cd che ci permetterà di raccogliere i fondi per opere di assistenza e per associazioni che abbiano tra le finalità scopi umanitari e sociali importanti.

Abbiamo passato nottate intere a provare, a registrare, a sistemare; abbiamo provato emozioni forti sia prima che durante, ci siamo messi alla prova, abbiamo conosciuto altra gente appassionata di musica, abbiamo preso contatto con comuni, associazioni, persone come noi, gente che ci ha sempre apprezzato e che ha voluto rendere evidente questo affetto e sostegno. A tutte queste persone diciamo il nostro GRAZIE, soprattutto alle persone che col cuore hanno dato e non hanno voluto essere nemmeno citate, solo sulla fiducia e sul nostro entusiasmo. Un grazie particolare va soprattutto ad Andrea che ha creduto in noi da subito e ci ha sostenuto anche nei momenti in cui sconsolati ce ne andavamo dallo studio o dai possibili sponsor. Ci ha dato la forza per superare le nostre paure, dalla fobia del microfono, del non arrivare a niente.

Un ringraziamento a parte a Paolo Dal Broi che ha registrato per noi le chitarre e che, col la sua esperienza nel campo della registrazione, ha saputo indirizzarci in modo da cogliere il meglio di noi. Non si è arreso nemmeno davanti a stonature così evidenti che avrebbero fatto piangere anche chi si nutre di peperoncino abbondante tutti i giorni!!! Adesso non ci resta altro che concretizzare questa lunga avventura per poter dare il nostro contributo ad attività e progetti a cui teniamo.

Ne approfitto per ringraziare i coristi che hanno avuto tanta pazienza con me in questi lunghi mesi e che mi hanno sostenuto anche quando il progetto sembrava dovesse saltare; Nicola e tutti gli organisti che in questi anni hanno suonato con noi: è sempre un piacere incontrare persone come Voi, competenti, sensibili e super disponibili; ce ne sono tante di queste persone e spero di incontrarne sempre di più!

Vi invito a visitare il nostro sito (www.xsursumcordax.it) aperto da poco e a contattarci per venirci ad ascoltare o a partecipare alla raccolta di fondi tramite la distribuzione di Cd contenente dieci brani di musica sacra, o a segnalarci opere umanitarie che hanno bisogno di contributi.

Buon ascolto,

Alessandra Torretta (Presidente Sursum Corda)

Busto Arsizio, 08-06-2006